Quant’è difficile essere teenagers?

 

Ebbene sì… questo film ha un titolo maledettamente vero! Lasciate che vi racconti…

Durante l’estate tutto sembrava andare piuttosto bene, c’erano giorni normali dove stavamo in compagnia, noi ragazzi del ’95, andavamo a mangiare il gelato, in piscina e soprattutto vedevamo ragazzi di altri paesi.

In tutta questa tranquillità ecco però arrivare il primo problema: esistono solo i ‘95? Durante il grest una mia amica aveva conosciuto gente più grande, precisamente del ‘93: da lì è partito il nostro primo cambiamento! Anche perché erano solo ragazzi!

All’inizio ci sono state molte discussioni perché non tutti volevano ci fossero sempre anche quei ragazzi più grandi. Non voglio ricordare quante litigate abbastanza accese ci sono state tra di noi, sia femmine che maschi.

I ‘93 avevano colpito all’inizio il cuore di alcune ragazze e ai maschi questo non faceva né caldo né freddo perché li ritenevano simpatici. Alcune di noi invece avevano un po’ paura che le ragazze innamorate ci lasciassero del tutto per andare via con loro… ci sono stati dei cuori spezzati ma anche dei sentimenti iniziati. Tirando le somme due ragazze sono state ricambiate e per tre o quattro c’era qualcosa che forse sotto sotto covava. Io all’inizio ero fra quelle che non erano d’accordo sul fatto che ci dovessero essere di mezzo questi “nuovi ragazzi”, però poi ho cambiato idea e ora sono miei amici.

Con i maschi della mia età, invece, potete ben capire che nell’estate appena trascorsa ci sono stati un po’ di problemi. Che dire… non ci capiamo più! Noi ragazze cresciamo prima di loro, non siamo più bambine, pensiamo già ai ragazzi e purtroppo loro non sono così.

Prima di conoscere quelli del ‘93 andava tutto bene, ma dopo aver visto come stavamo meglio con loro rispetto ai “nostri” maschi, li abbiamo osservati bene. Pensano solo al calcio, guardano ancora i cartoni animati e tutte queste cavolate. Che noi ci siamo o no per loro è lo stesso: non ci invitano quasi mai fuori quei “piccoli marmocchi”, quando usciamo con loro a mangiare il gelato non ci considerano, addirittura dicono che uscire con noi è petulante!! Pensate che l’abbiamo presa bene?! Certo che no! Forse devono ancora crescere. Speriamo.

Chiara A. 3A

Caro diario, ora finalmente ho un po’ di tempo per scriverti. Da quando sono alle medie è cambiato tutto. Non so se definirla l’età più complicata o più coinvolgente. Mi ricordo il primo giorno di scuola come fosse ieri. Ero un bambino minuto e spensierato che vedeva le medie come un corridoio buio e spaventoso, su cui erano state dette cose terrificanti: “Devi studiare!”, “Bada a come parli ai professori!”, “Attento a non farti bocciare…”.

Poche settimane dopo l’inizio dell’anno scolastico eravamo ancora un po’ infantili, ma iniziai a vedere e sentire cose impensabili per la mia mente ancora poco adattata a quel clima. Per esempio, vidi ragazzi che fumavano, altri che parlavano di sesso, prostituzione, amicizie e prese in giro. Fui investito da un’ondata di pensieri.

Solo in seconda iniziai ad “ambientarmi” in questo mondo del tutto diverso, tra il bambino e l’adulto. Si potrebbe definire come “l’età della conoscenza” perché è ricco di cambiamenti, ragionamenti e ripensamenti. Anche la classe stava subendo una metamorfosi, si crearono i primi gruppetti: gli “sfigati” e i “fighi”. Inoltre si iniziava ad avere attrazione per il sesso opposto e con esso anche il corpo cambiava: gli ormoni si sviluppavano e con essi il resto del corpo. Da lì sorgevano i primi dubbi e le prime domande. Iniziarono i “primi amori” e si stava più attenti all’abbigliamento e al comportamento.

Ora che sono in terza è tutto più complicato perché subentrano anche le scelte per il futuro, gli esami… Noi alunni, quasi adolescenti, siamo come formiche: “instancabili lavoratori” spesso incompresi dagli adulti che non capiscono quanto sia dura la nostra età, che si dimenticano di essere stati ragazzi/e anche loro, ci vedono come ribelli, stravaganti bambini che si credono grandi.

Invece, secondo me, sono loro che si credono troppo grandi, ma che in realtà sono piccoli perché non riescono a vedere che stiamo crescendo. Se qualche volta non li ascoltiamo è perché siamo assillati da mille pensieri, quelli che ora popolano la mia mente di giovane adolescente che pensa al futuro scolastico e sociale, che nella vita vuole fare qualcosa d’importante non solo per se stesso, ma anche per gli altri.

Vorrei fermare il tempo e tornare bambino per essere libero, senza pensieri, senza preoccuparmi di che “tempo” farà domani, pensando solo al presente, senza badare all’abbigliamento o a come parlo, ma essere solo me stesso!

Umberto M. 3A