Tra
compagni di classe
Cara Hanna, è passato un po’ di tempo da quando ci siamo viste l’ultima volta, ad agosto, ma spero che tu ti ricorda ancora di me. Volevo raccontarti un po’ della mia vita a scuola e descriverti i miei compagni.
La nostra classe, composta da 22 alunni, è divisa in gruppetti: ci sono i “secchioni” che amano molto leggere, studiare, guardare documentari; ovviamente, non fanno mai copiare i compiti in classe a nessuno e stanno spesso per conto loro. Poi c’è un gruppo composto da tre ragazze che stanno sempre per i fatti loro e con me parlano poco, non siamo molto amiche. C’è quindi il “gruppo dei maschi” ovvero i restanti sette ragazzi con “a capo” due di loro.
Infine c’è il gruppo di cui faccio parte io, quello “delle femmine”, cioè le ragazze rimanenti: noi stiamo bene insieme e parliamo anche con “il gruppo dei maschi”: io sto molto bene con loro, forse perché con alcuni di loro ero in classe anche alle elementari.
Nella nostra classe ci sono, però, alcuni “problemini”, per esempio quando all’inizio dell’anno scorso è arrivata una nuova compagna di classe, noi femmine l’abbiamo un po’ presa di mira, iniziando a fare battute stupide; questo è durato fino a settembre-ottobre di quest’anno, poi le cose sono cambiate. Io, per esempio in questo periodo sono in banco con lei e non mi trovo affatto male!
Ci sono poi stati problemi con i ragazzi che, da quando siamo in seconda media, hanno iniziato a chiamarci con appellativi per niente gradevoli. Ma ora hanno smesso.
Abbiamo poi avuto delle discussioni con i “secchioni” proprio riguardo al loro comportamento e al loro modo di fare, perché avevano preso la brutta abitudine di prenderci in giro dicendo che noi femmine non studiamo e pensiamo solo alle celebrità. Poi però le cose sono decisamente cambiate.
Tutti questi cambiamenti sono dovuti ad alcuni dibattiti fatti in classe durante le ore di antologia; questa idea è venuta al nostro prof. di lettere, il prof. Cambioli, che ha proposto alla classe di iniziare a discutere di questi problemi in classe. I dibattiti non si svolgono a casaccio, anzi c’è un ragazzo o una ragazza che scrive su un quadernino il nome di quelli che alzano la mano per dire la propria opinione sull’argomento che si sta trattando. C’è poi un coordinatore che dà la parola alle persone segnate sul quaderno; è assolutamente vietato parlare quando non è il proprio turno.
A
volte i dibattiti sono stati leggeri e divertenti, molto spesso però sono
serviti a risolvere quasi tutti i problemi sorti in classe, perché abbiamo
imparato a conoscerci meglio fra di noi e qualcuno (come me) ha anche scoperto
qualcosa in più su di sé, sia pregi che difetti.
Questi dibattiti mi piacciono molto perché ognuno può dire quello che pensa e, probabilmente, la persona criticata scopre alcune cose di sè che non avrebbe mai notato da sola, ma che per gli altri sono cose molto evidenti, che possono dar fastidio.
In conclusione, Hanna, io penso che siamo 22 persone tutte diverse, ciascuna con il suo modo di fare e di comportarsi, perciò è difficile mettere tutti d’accordo. Io personalmente con i miei compagni sto bene, la mia classe mi piace così com’è e, anche se a volte ci sono delle incomprensioni o dei litigi, penso che tutto si possa risolvere parlandone assieme e capendo che, quando si sbaglia, l’importante è ammettere i propri errori o difetti.
Ora, Hanna, ti saluto e ti chiedo di mandarmi la descrizione dei tuoi compagni e del tuo rapporto con loro. Ciao.
Angelica R. 2A
Cara Veronica, è da tanto che non ci sentiamo, da quando ho finito la mia vacanza al mare. Oggi voglio raccontarti un po’ della mia vita, delle amiche, della scuola. Essendo alle medie già da due anni, mi sono ormai ambientata in tutto e per tutto.
Per quanta riguarda i miei compagni, non mi devo lamentare: sono tutti simpatici e generosi e non mi prendono in giro, cosa molto comune in questo periodo di crescita. Tra questi ho delle amiche a cui tengo di più…, poi però ne ho molte altre. Tra amiche (non credo che succeda solo a noi) a volte litighiamo, ma sono tutte cose che si possono risolvere parlandone, talvolta sono delle “cavolate”, quindi facciamo pace in tre secondi.
Con i miei compagni di classe mi trovo “bene”, di sicuro meglio dell’anno scorso quando non ci parlavo mai. Quest’anno va tutto meglio, il dialogo con i maschi, le amicizie… In classe, tra l’altro, il mio prof. di lettere ci fa fare dei dibattiti in modo da conoscerci meglio tra compagni e da confrontare le nostre idee. Ogni volta ci sono argomenti diversi: una volta i compiti, tanti o pochi, un’altra i legami fra compagni, un’altra ancora “Cosa voglio fare da grande?”; con queste domande io comincio un po’ a scoprire me stessa, riflettendo su cose alle quali non avevo mai pensato prima d’ora.
Le
mie amiche mi dicono sempre “Perché non parli mai con tua mamma dei tuoi
problemi?”. Io rifletto sempre su questa domanda, ma non riesco a darmi una
risposta “sensata”; secondo loro questo è un mio difetto, però mi dicono
anche che, quando qualcuno è giù di morale, io riesco a tirarlo su, facendolo
ridere o scherzare, e questo per loro è un mio pregio.
Credo di averti spiegato un po’ la mia vita quotidiana con le amiche e spero che la lettura di questa lettera sia stata per te piacevole. Ora ti saluto con tanto affetto.
Lucia C. 2^A
Questi sono alcuni esempi della diversità di carattere presente nella nostra classe. In questa squadra io mi diverto: in classe sono scherzoso e cerco sempre di intervenire. Io non sono proprio in un gruppo perché vago di qua e di là: secondo me non dobbiamo essere divisi, ma sempre compatti. A volte fra noi litighiamo, però di solito facciamo sempre pace e quando, in qualche caso, non si riesce a far pace, il prof. Cambioli ci fa fare una specie di “terapia di gruppo”, cioè ci fa parlare in modo che ciascuno possa conoscere se stesso e gli altri ed eventualmente fare anche pace.
Io mi trovo molto bene con questa classe. Ahimè, fra un anno e mezzo ci separeremo perché andremo alle superiori! Ma ora pensiamo al presente perché voglio godermi questi bei momenti. E la tua classe com’è? Rispondimi! Con affetto.
Umberto M.2A
Caro Francesco, oggi ti volevo raccontare la situazione nella nostra classe e il rapporto che c’è tra noi compagni: non è un granché perché in questo anno e mezzo di scuola media stiamo ancora imparando a conoscerci; infatti, spesso litighiamo tra di noi in modo molto serio. Ad esempio, martedì scorso una mia compagna si è arrabbiata con me per un motivo banale: dopo il test di Cooper, una prova dove devi fare più giri possibile in dodici minuti, le ho chiesto se era stanca, lei mi ha risposto di sì e io mi sono messo a ridere perché aveva camminato per quasi tutto il tempo, adesso dice che non ce ne importa niente di lei e cose simili. A me dispiace perché non pensavo di ferirla così tanto.
Un altro fatto è successo un paio di mesi fa, e questo è ben più grave: durante il compleanno di una mia compagna, una mia amica se ne stava da parte con le sue amichette del cuore, allora due miei amici si sono arrabbiati con lei, offendendola in un certo modo che a lei non piace; il compleanno era diventato un disastro, poi, incredibilmente, quella che se ne stava in disparte si è arrabbiata con me perché le sue “amichette” le avevano detto che anch’io l’avevo insultata, cosa che non era vera. Subito dopo il compleanno loro avevano già fatto pace, mentre quella che era stata offesa ha tenuto il broncio con me per un pezzo perché ha detto che io pensavo che il suo era solo un “palco”.
A questo punto non sarebbe rimasto altro che… il dibattito, l’unico sistema per risolvere queste situazioni. In questi dibattiti chi vuole esprime le proprie idee sugli altri, compreso me, e vengono fuori cose interessanti. In questo modo conosciamo più particolari riguardo ognuno di noi, infatti ora credo di conoscere di più me stesso e, se non era per i miei compagni, non avrei mai migliorato alcuni miei difetti. Ad esempio, una settimana fa, durante un dibattito, un mio amico mi ha tirato addosso il mio libretto degli appunti perché ero girato, allora impulsivamente mi sono alzato, ho preso il suo libretto e gliel’ho tirato addosso in modo eccessivo, facendogli male. Abbiamo già fatto pace e mi pento di aver reagito male.
Vorrei concludere con una domanda: secondo te, il litigio ci insegna a conoscerci di più e ad essere più amici di prima e quindi ci aiuta nella maturazione? Secondo me sì, perché stiamo diventando coscienti delle nostre azioni e ci conosciamo meglio. Mandami una lettera con la tua risposta. Ciao alla prossima!
Amos S. 2^A