Home page
giornalino

Anno 9°
A.s. 2003-04

Numero 1
dicembre 2003

Numero 2
marzo 2004

Numero 3
maggio 2004

Anno 10°
A.s. 2004-05

Numero 1
gennaio 2005

Numero 2
maggio 2005

Anno 11°   A.s  2005-06

Numero 1 gennaio 2006

Numero 2
maggio  2006

LA VIA DELLA SPERANZA

L’esperienza di un clandestino

Questa è una storia vera, la storia di mio padre Sefer che è partito dall’Albania per arrivare in Italia in cerca di lavoro. Negli anni 1990 e 1991 c’è stata in Albania una grande crisi che ha causato molti disoccupati, così molte persone hanno preso la strada dell’emigrazione. Anche mio papà ha preso questa strada il 2 febbraio del 1999.

La  prima volta ha provato a venire con il motoscafo, partendo da Durazzo. Arrivato a Bari, sulla costa italiana, è stato preso dai carabinieri che lo hanno costretto a imbarcarsi nuovamente per l’Albania. Subito dopo però, il 19 febbraio, è arrivato ancora a Bari, questa volta con un peschereccio.  Al porto di Bari è andato a prenderlo un suo amico che lo ha portato a Parma dove è rimasto tre giorni. Da questa città si è spostato per andare da mio zio che vive ad Ancona. Qui ha lavorato per un anno con lui facendo pulizie in un ristorante.

E’ dovuto ritornare in Albania nel 2000 perché era morta sua mamma. Dopo i funerali è ritornato subito in Italia. Siccome la casa di mio zio era piccola, questa volta mio padre è andato da suo cugino che abita a Novara ed è rimasto con lui sei mesi, purtroppo senza poter lavorare. In questo periodo ha incontrato molti problemi, soprattutto perché non possedeva il permesso di soggiorno, quindi non riusciva a trovare lavoro. Proprio per questo motivo, a volte, le autorità italiane hanno tentato di rimpatriarlo perché era clandestino e quindi senza documenti.

A questo punto esasperato  per i molti  controlli e per l’assenza di lavoro, il papà è ripartito da Novara ed è arrivato da mia zia a Lugagnano dove è rimasto tre anni lavorando come muratore. Finalmente, dopo molti sacrifici e cambiamenti, è riuscito ad avere un regolare permesso per vivere e lavorare a Verona.

Il 14 ottobre 2004 anche la famiglia si è ricongiunta a lui e insieme abitiamo a Lugagnano in un appartamento che si trova vicino alla sede della scuola media.

Io sono Eneda, sono la figlia di Sefer e sono orgogliosa di mio padre e di quello che ha fatto per il bene della mia famiglia.

Eneda

Numero 2
maggio 2005