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Intervista al Preside

Quest’anno il nostro preside (prof. Antonino La Russa) va in pensione. Un po’ per curiosità e un po’ per dovere di cronaca, ci è sembrato opportuno intervistarlo, cercando di far emergere quelle esperienze, quelle emozioni  che possano farci apprezzare di più il suo lavoro.  Quando entriamo, “lui” ci appare un po’ teso e imbarazzato. A fine intervista ci ha poi spiegato che cercava d’immaginare quali potessero essere gli argomenti delle nostre domande. Così abbiamo incominciato… e il ghiaccio si è sciolto!

1. Da quanti anni fa il Preside?

Da 6 anni.

2. Cosa faceva prima di assumere l’incarico da preside?

Ho insegnato da quando avevo 24 anni.

3. Cosa l’ha spinta a scegliere questa professione?

Per allargare i miei orizzonti e perché mi è sempre piaciuto insegnare.

Una nota di nostalgia si insinua nella sua voce, mentre rispolvera i ricordi. Si gratta la testa mentre continua a giocherellare con la matita che tiene sulla scrivania.

 

4. Il suo primo giorno di incarico è stato emozionante come il nostro primo giorno di scuola?

Credo che il mio primo giorno di “scuola” come preside sia stato molto più emozionante del vostro. Mi trovavo a Isola della Scala. Avevo da parlare a una sessantina di insegnanti che erano curiosi di conoscere il nuovo preside il quale in realtà fino a poco tempo prima era stato insegnante come loro. Diciamo che hanno assistito ad una veloce metamorfosi, la mia, da insegnante a preside.

5. Hanno tutti collaborato per farla sentire a suo agio nei primi tempi?

Sì, tutti hanno collaborato, dal personale scolastico ai professori e soprattutto i genitori degli alunni.

6. Come sono stati questi anni in cui è stato preside?

Sono stati anni molto intensi ed interessanti.

7. Qual è stato il momento più difficile come preside?

I periodi difficili non sono stati tanti, per fortuna. Comunque, il più difficile è stato qui a Lugagnano. Il 7 novembre 2001 era un venerdì ed erano le 10:00 di mattina. La settimana era stata piovosa e, nel nostro istituto, c'era un cantiere aperto per la costruzione della nuova palestra. A causa della pioggia incessante l'acqua penetrava dappertutto; i soffitti dei corridoi e della segreteria era chiazzati di umidità col grande rischio che l'impianto elettrico si allagasse. In quel momento mi sono trovato veramente in difficoltà. Ho chiamato il sindaco, ho chiamato i tecnici che sono arrivati verso le 12:55 ma non c'era più tempo per avvisare gli alunni che erano andati via e comunicare loro che il giorno successivo la scuola sarebbe stata chiusa. Dopo essermi consultato con il sindaco e il responsabile del cantiere, abbiamo deciso di chiudere la scuole per due giorni. Per contattare i ragazzi già tornati a casa, abbiamo telefonato ai rappresentanti di classe che hanno avvisato a loro volta i ragazzi. Questo è stato il momento più brutto.

8. Si è trovato bene in questa scuola? Come giudica questo istituto? Secondo lei, è un po’ cambiato in questi ultimi tempi?

Prima di rispondere, un sorriso compare sulle sue labbra e notiamo che ora è più a suo agio.

Mi sono trovato molto bene. Questa scuola ha una buona tradizione perché si basa non solo sulle lezioni curricolari o frontali, ma anche su libere attività, come teatro, giochi sportivi, giornalino, percussioni… Quando sono arrivato in questa scuola ho trovato un grande fervore di iniziative di questo tipo; è chiaro che ho aderito subito a questa impostazione che aiuta i ragazzi a coltivare gli interessi che stimolano di più la personalità quando si è giovani.

9. Quali sono stati i miglioramenti che si sono verificati nel nostro istituto durante la sua Presidenza?

Secondo me, i miglioramenti che ci sono stati nella scuola e che ho realizzato grazie alla forte collaborazione dei professori, del personale scolastico e anche di voi ragazzi, sono stati, per esempio, l’attuazione di nuovi laboratori di informatica, un maggior controllo del servizio mensa (con una commissione mista di genitori e docenti), una maggior partecipazione a concorsi (l’anno scorso, per esempio, abbiamo vinto delle targhe in un concorso promosso dall’IRRE su Musica e arte). Ma oltre questi risultati più o meno di facciata quelli che contano sono i risultati scolastici degli alunni: aver ridotto la dispersione e gli abbandoni scolastici, aver fatto vivere i ragazzi in un clima sereno, aver ridotto le ripetente a quantità molto limitate ecc.

10. Cosa bisognerebbe fare, secondo lei, per migliorare questa scuola dal punto di vista estetico?

Perché a voi non sembra accogliente? A me sembra che questo istituto sia molto accogliente e luminoso. I manifesti che appendiamo sono tutti accuratamente selezionati da me ed alcuni li scarto perché contengono troppa pubblicità. Si potrebbero aggiungere piante.

11. Ha mai pranzato nella mensa? Cosa ne pensa?

No, non ho mai mangiato in mensa, ma sono venuto parecchie volte per controllare la situazione. Per il cibo, come dicevo, c'è una commissione formata dai genitori che, a volte, viene a controllare i gusti dei ragazzi e mi sembra  giusto che i genitori, che vi rappresentano, controllino il cibo che mangiate. Comunque io sono molto attento alla mensa e ho favorito anche attività come le giornate delle vitamine  che aiutano la vostra crescita.

12. Quali opinioni pensa che abbiano gli alunni su di lei?

Buona, spero! Non vorrei avere delusioni. Spero di essere riuscito a farvi capire che ciò che conta innanzitutto è il rispetto reciproco e l’impegno assiduo nello svolgimento del proprio dovere.

13. Qual è la sua opinione sulla riforma Moratti?

Fa una lunga risata e di nuovo ci sembra imbarazzato! Ci pensa un po’ su per qualche secondo… silenzio di tomba!!! Riprende a gesticolare con la sua amica matita e…

Diciamo che la riforma ha lati buoni e lati negativi. Il problema è vedere quanti sono quelli positivi e quelli negativi. La riforma Moratti è in grado di migliorare la scuola? Io vi risponderò con altre domande alle quali potrete rispondere voi stessi: “Una riforma che diminuisce le ore di scuola, migliora la scuola? Una riforma che vuole potenziare l'insegnamento delle lingue e che poi diminuisce le ore di insegnamento di queste stesse lingue, migliora la scuola?”.

14. Cosa le piace fare nel tempo libero?

Tante cose tra cui leggere quotidiani e libri. Secondo me  non è una vera giornata quella che trascorre senza che io abbia letto un quotidiano nel tempo libero. In vacanza leggo saggi di  filosofia e romanzi di Montalbano. L’attività di preside mi ha costretto ad abbandonare sport come il tennis. Mi piacciono molto anche le escursioni in montagna.

15. Vorrebbe restare o è contento di andare in pensione?

Sì, sono abbastanza contento. Dico abbastanza, perché potrò ricominciare a curare i miei interessi filosofici e a praticare sport abbandonati, ma dovrò lasciare una professione che mi è sempre piaciuta.

16. Cosa pensa di fare una volta andato in pensione?

Come ho detto, riprendere attività sospese come il tennis e lo sci, viaggiare nei limiti che le personali finanze mi permetteranno e, forse, impegnarmi nel settore del volontariato; ma questo si vedrà.

17. Per concludere. Quale consiglio si sente di dare ai ragazzi di Lugagnano nel momento di lasciare la scuola?

E’ difficile dare consigli soprattutto a voi che, alla vostra età, tendete ad ascoltare poco. Ma non scordate queste parole: se avete dei progetti, non rinunciatevi; credeteci, e sappiate che anche i grandi progetti si possono realizzare, però non bisogna mollare mai e soprattutto credere in se stessi. Poi non dimenticate che per realizzare i propri progetti occorre essere duttili, cioè saper cambiare, e utilizzare tutte le risorse, tra cui c’è anche la scuola.

18. Chi ricorderà di più?

A quest’ultima domanda la matita cade a terra.  E’ l’emozione?!?

Soprattutto ricorderò quelli che hanno avuto più bisogno di sostegno e di aiuto, ma ricorderò anche gli altri che spero di rincontrare in futuro.

Numero 2
maggio 2005