Home page
giornalino

Anno 9°
A.s. 2003-04

Numero 1
dicembre 2003

Numero 2
marzo 2004

Numero 3
maggio 2004

Anno 10°
A.s. 2004-05

Numero 1
gennaio 2005

Numero 2
maggio 2005

Anno 11°   A.s  2005-06

Numero 1 gennaio 2006

Numero 2
maggio  2006

Consigli per gli acquisti

Due incontri per capire la pubblicità

 

Noi ragazzi della 3C abbiamo avuto degli incontri con un esperto nel campo della pubblicità che si sono svolti in due giornate: martedì 15 e venerdì 18 febbraio. Nel primo incontro abbiamo parlato della pubblicità in generale, mentre nel secondo siamo andati un po’ nello specifico.

Nel primo giorno l'esperto, di nome Giorgio, ci ha fatto fare un test sul tempo che passiamo davanti alla TV. E’ risultato che in classe nostra 12 ragazzi passano ogni giorno più di due ore davanti alla televisione (alcuni anche più di due ore). Poi siamo andati in aula computer, dove ci ha fatto vedere delle strane immagini che contenevano oggetti nascosti, doppi sensi o figure con due estremità che riguardavano soggetti diversi. Il primo incontro è terminato così.

Nel secondo incontro, dopo averci fatto vedere i risultati dei test, ci ha mostrato molte pubblicità nelle quali c'erano cose impossibili, false o semplicemente infondate (case lussuose, gente sempre allegra, donne e uomini bellissimi). Tra tutte ci ha colpiti molto quella della "Segafredo", nella quale, con il sottofondo di una musichetta allegra, vengono presentati tutti i coltivatori di caffè con il sorriso stampato sulle labbra. Giorgio si è informato su come sono realmente le condizioni di quei contadini e, con un fotomontaggio, ha messo delle immagini reali al posto di quelle originali, lasciando però come sottofondo la musica allegra. Alla fine, nonostante le immagini crudeli, abbiamo riso per una situazione paradossale che metteva in ridicolo lo spot.

Altre due case produttrici multinazionali, come la Nestlè e la McDonald's, sfruttano popolazioni o interi appezzamenti di terra per i loro prodotti. La prima vende ai Paesi sottosviluppati il latte in polvere che causa gravi malattie o porta addirittura alla morte dei neonati. La seconda disbosca ogni mese vastissime estensioni di foresta (aree ampie come la regione del Piemonte) per costruire ranch per i propri allevamenti di bestiame.

Inoltre, abbiamo studiato in storia che la pubblicità è nata verso la fine dell'Ottocento, diventando quasi subito un elemento importante, prima di tutto per i capi industriali, poi per i consumatori. Il primo Paese che "adottò" questo mezzo d'informazione fu l'America che, dopo poco tempo, fu seguita dall'Europa. La propaganda permise (e ancora oggi permette) di indurre i consumatori a comprare un certo tipo di prodotto.

Spesso la pubblicità non presenta il soggetto com’è nella realtà: infatti il "mondo" che circonda il prodotto è surreale, in esso tutto o in parte è rappresentato come un mondo felice. Durante la sua "infanzia" essa tappezzava intere città sotto forma di messaggi cartacei. Oggi invece i modi per pubblicizzare sono molti e vengono studiati da cast composti da menti dotte di psicologi e ideatori che studiano i modi più efficaci per attirare le persone.

Dopo questi due incontri, tutti noi abbiamo prestato maggiore attenzione alle pubblicità che ogni giorno ci circondano e crediamo di riuscire a cadere meno facilmente nell'inganno di acquistare qualcosa senza avere prima maggiori informazioni sulla sua produzione.

Federico P. & Elisa B.

Ogni giorno siamo colpiti incessantemente e severamente da un mondo confuso e con un significato difficile da percepire: la pubblicità. Essa ci viene presentata ogni giorno sotto ogni forma, ma soprattutto è presente in televisione, strumento dove gli spot sono immancabili.

La pubblicità si serve delle nostre capacità intellettuali e mnemoniche per insediarsi nella nostra vita. Ormai è provato da tutti che una pubblicità con una particolare musica o frase viene rievocata involontariamente nella nostra mente.

Gli spot vengono spesso discussi per i loro valori. Ad esempio, spesso degli slogans si parla come di mezzi capaci e utilissimi per far fiorire nuove attività o attività industriali che riescono a garantire un’economia abbastanza solida; ma non sempre è così.

La pubblicità è in genere ingannevole e maligna, avendo come scopo il far credere che il prodotto da essa presentato sia il migliore sulla "piazza". Crea così false aspettative in chi ci crede e delude i compratori i quali però daranno la colpa a tutto fuorché a se stessi.

Resta così di frequente il dubbio: gli spot ci informano su un prodotto e sulle sue qualità o ci inducono con "sottili mezzucci" a comprarlo? La risposta sta proprio nei nostri comportamenti o modi di dire che spesso sono presi da slogans oppure sta proprio nel nostro comprare quel prodotto tanto pubblicizzato come se fosse la risoluzione di ogni problema.

Non è quindi il caso di ascoltare o prendere alla lettera ciò che ci viene detto: la pubblicità, sotto una facciata di progresso e sviluppo, ci offre soltanto menzogne e inganni che ci spingono, convinti di fare il nostro bene, a fare in realtà quello dei produttori.

Riccardo

Numero 2
maggio 2005