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Numero 1 gennaio 2007

Numero 2 maggio  2007

Il bullismo: cominciamo a parlarne

Chi è il lupo e chi la pecora?

In questo numero e nel prossimo parleremo di un fenomeno che si sta  imponendo all’attenzione dell’opinione pubblica: il bullismo.

Sicuramente non è un fenomeno nuovo, ma oggi se ne parla di più perché i fatti più gravi, avvenuti in scuole pubbliche e tra ragazzi delle superiori, sono sotto gli occhi di tutti, filmati e diffusi in Internet dagli stessi protagonisti e fatti passare come episodi su cui ridere: il sito infatti si chiama “Video divertenti”. Ma cosa ci può essere di divertente nell’aggressione ad un ragazzo Down?

 

Riguardo al comportamento dei ragazzi a scuola, posso dire che le notizie tristi di questi ultimi giorni sono state davvero tante. Anche nella mia scuola succedono fatti che fanno pensare e mi chiedo: “Perché alcuni ragazzi, che all’inizio sono giocherelloni e simpatici, diventano con il tempo cattivi?”. La risposta che mi arriva immediatamente è questa: “Le cattive compagnie”.

Spesso molti ragazzi sono delle persone straordinarie. Si può dire che abbiano un cuore d’oro, però entrando alla scuola media, che io penso sia la rovina di tutte le amicizie, conoscono quelli più grandi di due o tre anni i quali, grazie alla loro indipendenza, li trascinano sul proprio carro e li portano verso una cattiva strada. Questi ragazzi cambiano totalmente e arrivano a fare cose  per le quali da piccoli dicevano: “No, io non lo farò mai”. Fumano, bevono, commettono cattive azioni  ed in seguito i voti  a scuola  calano.

Al  telegiornale si sentono fatti “vomitevoli” i cui protagonisti sono adolescenti che prendono in giro compagni che non possono difendersi o che hanno dei problemi. E’ successo anche ad un ragazzo down che è stato picchiato, a scuola, da alcuni coetanei e la scena è stata ripresa da un altro studente e diffusa su Internet. Viene da chiedersi se comportarsi in questo modo significhi davvero “essere forti e coraggiosi” o se piuttosto non sia “una gran vigliaccata”, dal momento che la vittima è inerme. Chi è quindi la “pecora”?.

Da questo episodio si può intuire che il mondo dei giovani d’oggi sta andando di male in peggio e si spera che, come migliora la scienza e tutte le altre cose, migliorino anche i giovani. E’ un augurio che faccio anche a me stessa. Speriamo si avveri!

Arianna C. 2B

Nella mia realtà di studente penso che i comportamenti dei ragazzi non siano corretti. Ci sono dei ragazzi che conosco che si sono rovinati con il fumo e con  le brutte compagnie.

Anche al telegiornale si sentono fatti disastrosi dove gli studenti prendono in giro i loro compagni meno fortunati, come è successo ad un down: l’hanno picchiato e uno di loro ha ripreso con il cellulare la tragedia. Questi fatti non mi sono per niente piaciuti. Credo che, se io fossi maltrattata, lo andrei a dire subito alla Preside e ai miei genitori e spero che queste azioni di maleducazione e di presa in giro non capitino più.

Vorrei anche far riflettere i ragazzi che hanno fatto quell’azione e i ragazzi che sono tentati di fare azioni simili. Anche certe ragazze non sono molto “santarelline”: infatti in molti casi sono proprio loro il motivo che porta i ragazzi a fare pazzie.

Se devo esprimere il mio parere, penso che io non farei mai quelle cose, anche perché trascinerei i miei amici sulla strada della rovina: infatti, oltre a rovinare te stesso, rovini anche il tuo amico o conoscente che hai personalmente trascinato per paura o solitudine. E’ per questo che trovo veramente inaccettabile il comportamento di certi ragazzi e ragazze.

Milena B. 2B

Insulti, urla, sedie sbattute contro i muri, professori umiliati che appaiono impotenti, attacchi verbali che si trasformano in violenze: sono queste le notizie che si possono leggere sui giornali o ascoltare alla TV in questo periodo. E’ il bullismo. Ma in cosa consiste esattamente questo fenomeno?

Il bullismo è la prevaricazione dell’uno sull’altro che vede protagonisti gli adolescenti e si manifesta con una serie di prepotenze e umiliazioni, che uno o più ragazzi riuniti in branco infliggono ai loro coetanei a scuola. Ci sono alunni che non riescono a tenere a freno la propria impulsività, vittime cui viene intimato di non parlare e che in genere reagiscono con il silenzio, altri alunni che pur assistendo agli abusi dei bulli preferiscono tacere e farsi i fatti propri.

Molestare chi è debole quindi fa parte del “gioco”, mettere in difficoltà le persone indifese dà piacere. Certo, siamo ben lontani dai drammatici fatti che succedono in America, dove studenti entrano nelle scuole armati, ma bisogna comunque rendersi conto che è un campanello d’allarme che ci segnala il malessere della nostra società.

Tra tutti gli episodi di bullismo quello che mi è rimasto più impresso è stato quello del video che riprende un ragazzo down sottoposto a una serie di soprusi, nell’istituto tecnico superiore di Torino. Basta entrare in Internet e cercare sul motore di ricerca: “video divertenti” per poter assistere alla tortura di un ragazzo down fatta da parte dei compagni di classe; al ragazzo vengono lanciati libri, viene sbeffeggiato e preso a calci, solo pochi non partecipano all’aggressione, ma anche tutti gli altri sono colpevoli.

Ma dove siamo arrivati? È necessario avere nelle scuole le forze dell’ordine? Secondo me no, basterebbe che gli spettatori di queste violenze denunciassero la cosa e bisognerebbe poi garantire loro la protezione e l’appoggio di genitori e insegnanti.

 

Secondo la mia opinione questi ragazzi vivono in un ambiente familiare poco sereno e forse violento, trovano sfogo attraverso queste manifestazioni di violenza perché non è stato loro insegnata bene l’educazione. Vivendo in un ambiente familiare poco tranquillo, spesso sono fuori casa e frequentano gruppi di ragazzi più grandi da cui imparano la violenza: fumare, picchiare, commettere atti vandalici e molto altro.

Ma perché si divertono a picchiare altre persone? Forse perché si sentono grandi, ammirati dagli altri, forse perché a casa si sentono soli e sfogano la loro rabbia sugli altri, forse solo per divertimento. Spesso, quando commettono dei reati, sono in compagnia del gruppo, così si sentono superiori e attirano su di sé quell’attenzione che a casa non hanno.

Denise B. 2B

Numero 1
gennaio  2007