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Il ponte Postumio

La prima opera monumentale, che certamente fu costruita dopo l’impianto della rete stradale urbana e l’erezione delle mura e delle porte, fu un nuovo ponte, vicino a quello della Pietra, allineato sull’asse del decumano massimo, che trovava così lo sbocco al di là dell’Adige a sudest del Colle di San Pietro.

Tale ponte, che una vaga tradizione diceva fatto di marmo, quasi a sottolineare un maggior decoro rispetto al Ponte della Pietra, si rovinò ben presto, come un documento del 905 ricorda, denominandolo ponte "spezzato" o "rotto". Dall’11° secolo fu ricordato solo il Ponte della Pietra. In epoca rinascimentale, quando non rimaneva più niente di quel ponte, le persone più colte di Verona lo ribattezzarono con il nome di "Emilio".

Dopo la piena del 1882, quando si iniziò la costruzione dei muraglioni, i pochi resti del ponte, che dal nome di Emilio cambiò in Postumio, furono oggetto di studio. I dati acquisiti con certezza furono due: il Ponte Postumio era allineato perfettamente con il decumano massimo e la sua lunghezza era superiore a quella del Ponte della Pietra. Venne anche scoperta la tecnica di fondazione delle basi dei pilastri, ma l’aspetto e la struttura di questo monumento sfuggono ad ogni sicura conoscenza. Si dice tuttavia che il Ponte Postumio poggiasse su quattro basi e si sviluppasse in cinque arcate. La tecnica di costruzione sarebbe stata uguale a quella del Ponte della Pietra. Si ammette che il ponte avesse una decorazione abbastanza ricca, quasi uguale a quella della porta repubblicana dei Leoni.