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  Studiando storia, 
immagino di essere ...

…“Sono un contadino greco, nato ad Atene, città ricca di monumenti e templi dedicati agli dèi: Zeus è il più importante. Per poter vivere e mangiare devo lavorare sodo…”

…Lavoro nei miei quattro campi e quando torno a casa, vado subito a letto. Meno male che inizieranno le Olimpiadi, così mi divertirò…”   

(Mattia -  Alberto – George

...“Sono un fenicio e faccio il commerciante: mi piace il mio lavoro perché mi permette di viaggiare, scoprire nuove terre.Noi siamo i “signori del Mediterraneo” poiché abbiamo le navi migliori con le quali attraversiamo il mare ed abbiamo fondato molte colonie tra cui Cartagine…”

(Alessandro)

 

…“Inizio a leggere e immagino di essere Achille, un guerriero coraggioso dell’antica  Grecia. Ho in testa un elmo d’oro, la corazza e le paraginocchiere … Devo combattere contro un soldato: io, correndo, salto e infilzo l’avversario con la spada … tutti esultano…”

( Matteo)  

 

 

Casella di testo:

Il giuramento degli Orazi, 
in un quadro di Louis David.

…“Sono un soldato prescelto del trio degli Orazi, fra poco la nostra battaglia inizierà. Scosto la tenda per guardare il cielo: è ancora limpido, qualche nuvola passeggia nell’azzurro… Indosso l’armatura di ferro, dura e impenetrabile. Prendo in mano la spada che brilla alla luce del sole, la osservo: proietta sulle pareti raggi scintillanti… afferro la lancia e mi avvio. Arrivano i miei fratelli e giuriamo fedeltà a Roma.  

Scorgo i Curiazi in lontananza, sono ben armati. Ci fermiamo a dieci metri, li guardo fisso negli occhi, con aria di sfida. Loro attaccano, io mi difendo, purtroppo i miei fratelli vengono uccisi… La mia rabbia sale insieme al fischio del vento che scuote le foglie… I Curiazi festeggiano. Comincio a correre a perdifiato controvento, la mia faccia è pizzicata dall’aria gelida come aghi su un puntaspilli… Li sfido uno a uno con colpi di spada e li sconfiggo. Il cielo ora è sereno. Dedico la mia vittoria ai caduti: “VIVA ROMA!”

(Giorgia)  

  ...“Sono un soldato vissuto durante la guerra punica e sto navigando a bordo di una nave attrezzata di “corvi” per agganciare le navi nemiche. Mi preparo all’attacco e comincio a combattere: una freccia mi manca di pochi centimetri. Un soldato cade in mare, un altro viene trafitto, io li sto guardando, triste…Non faccio in tempo a girarmi che una spada mi colpisce e non sento più nulla…”

(Silvia)  

…“Sono Scipione e sono in guerra per distruggere Cartagine…Arrivo a conquistarla e quando sono all’interno alzo la spada, così si rade al suolo la città, poi grido: « Sì, Cartagine è stata distrutta, abbiamo vinto! »…  

(Veronica)

Casella di testo:

Il corvo sulla prua di una nave romana

…“Sono Caius, un soldato romano che sta combattendo contro i Cartaginesi per conquistare la Sicilia. Usiamo navi speciali, munite di corvi con i quali arpioniamo le navi nemiche, gettiamo una passerella, passiamo nell’altra imbarcazione e cominciamo a combattere. Abbiamo conquistato la Sicilia, Sardegna e Corsica, torniamo a casa vittoriosi e il comandante Scipione si congratula: che emozione avere un grande condottiero che ci stringe le mani!…”    

(C.)

…“Noi soldati ci troviamo a combattere la prima guerra punica, in mare. Ecco, in lontananza, avvistiamo le navi nemiche: un piccolo brivido percorre il mio corpo, nel mio cuore un pensiero prevale: vincere per la mia Patria!…”

( Elisa)

…“Sono Annibale e vorrei conquistare Roma. Comincio i preparativi: prendo la spada argentata, il mio scudo di bronzo con, al centro, uno zaffiro e salgo sul mio cavallo... Insieme ai soldati, porto gli elefanti…”

(Michele)

…“Sono Annibale, dopo aver attraversato faticosamente le Alpi, stiamo combattendo contro i Romani. Siamo rimasti in pochi, ma io combatto ancora con coraggio; ad un certo punto sento un pugnale entrarmi nel cuore e … non ho più sentito nulla…”

(Francesco)   

  …“Sono Annibale. Volevo distruggere Roma ma per attaccarla di sorpresa dovevo superare le Alpi con il mio esercito costituito da uomini ed elefanti.Il freddo era intenso, i pachidermi affondavano le loro zampe nella neve alta…Finalmente giungemmo nella Pianura Padana…”

“…Esco dalla tenda, mi fermo e dichiaro: « Che cominci la guerra! ».Dopo giorni di viaggio ci ritroviamo, la notte, davanti alle Alpi, immense montagne incatenate fra loro. La mattina ci svegliamo: il vento soffia impetuoso; impressionati, entriamo in quel gigantesco labirinto…”

( Andrea –  Amos)

Casella di testo:

Soldato romano

Casella di testo:

Busto di Annibale, il comandante        dell’esercito cartaginese)

  …“Sono Annibale, sto per andare a distruggere Roma. Mi dirigo verso le Alpi, grandi giganti marroni e bianchi che ci sbarrano la strada.Cominciamo la salita, molti affondano nella neve alta, ma noi, impavidi, continuiamo nel percorso verso la Pianura. Io non mi arrendo, le gambe sono piene di graffi, sono rosse e quasi non le sento più… Quando arriviamo nella Pianura Padana c’è il sole e noi, orgogliosi di avercela fatta, brindiamo fino a notte fonda. L’indomani ci dirigiamo verso Roma pronti a tutto, anche alla morte…”

( Marco)

 

Casella di testo:

Piatto del III° secolo a.C. raffigurante gli elefanti  utilizzati dai Cartaginesi come arma da guerra

…“Il mio nome è Caio Giulio Cesare. Ricordo un giorno, durante una battaglia che l’ala destra dell’esercito era circondata dai Galli; stavo per arrendermi, quando mi sono gettato in mezzo alla mischia e, difendendomi dalle frecce, ho ricondotto i miei all’attacco…”

( Ilaria –  Monica)  

 

…“Sono Giulio Cesare, nato in una delle più potenti famiglie romane: la gens Giulia. La mia famiglia era tra gli oppositori politici del generale Lucio Silla che, quando divenne dittatore di Roma, fece uccidere molti miei parenti, per cui dovetti allontanarmi da Roma ed andare in esilio…”

(Martina –  Chiara)

 

Casella di testo:

Caio Giulio Cesare

  …“Sono Giulio Cesare, ho conquistato tutta la Gallia settentrionale per estendere l’Impero Romano. Combatto al fianco dei miei soldati, con loro mangio, dormo ed indosso gli stessi abiti.Scrissi il “De bello gallico” per far conoscere le mie imprese militari ed inventai un giornale murale, “Acta diurna”, che feci affiggere nel Foro, per informare i cittadini.Mi feci nominare dittatore a vita, introdussi numerose riforme. Il Senato, però, vedeva in me un nemico.Il 15 marzo del 44 A. C. mentre mi dirigevo al senato, mi sentii seguito; ad un tratto mi circondarono, fra loro c’era mio figlio adottivo Marco bruto… Poi non sentii più nulla…”

( Debora – Diodato – Ylenia – Denise –  Jacopo)

 

Casella di testo:

Statua di Augusto rappresentato nelle vesti di “comandante vittorioso” (imperatore), come dicevano allora in latino

..."Sono Ottaviano Augusto, il primo imperatore di Roma dove ho regnato per 44 anni. Ho istituito il corpo dei pretoriani, le “guardie del corpo” dell’imperatore e il servizio dei pompieri. Ho organizzato il tempo libero a Roma e i giochi nel Circo Massimo. Ho concesso alle donne di praticare la medicina, l’avvocatura e la letteratura…”

…“Sono Emilia Borgoni, una ragazza di 16 anni, sono plebea e vivo in una semplice casa. Dato che Augusto ci ha concesso dei diritti, sto cominciando a studiare per diventare un avvocato…”   

(Laura –  Martina)  

 

Casella di testo:

 

 

 

 

 

 

 

…“Ah, dimenticavo di presentarmi: sono Ottaviano Augusto, qui sono conosciuto come primo imperatore romano, nipote del famosissimo Giulio Cesare.
Mi sto recando al mio palazzo per gli ultimi ritocchi sul progetto del tempio Ara pacis.Entro, il silenzio “rimbomba” nella stanza, mentre cammino sento solamente lo scalpiccio dei miei sandali inzuppati d’acqua e la pioggia che sbatte contro le finestre: qui è tutto grigio e tetro, non penetra la luce del sole. Apro la porta della mia stanza. Le candele la illuminano, in parte, mi siedo, prendo il progetto e, con un sorriso, penso: “Perfetto!”…”

( Angelica)

...“Salve, sono l’imperatore Ottaviano Augusto, il nipote di Giulio Cesare che mi adottò quando avevo cinque anni. Ho ampliato l’Impero romano ed ho fatto costruire molte opere importanti, come il Circo Massimo, che testimonieranno la mia grandezza…”  

(Desara –  Armela)

…“Sono Ottaviano Augusto. Una mattina mi avvisano che alcuni soldati stranieri vogliono entrare nella mia reggia. Io, con uno stratagemma, riesco a farli fuggire e festeggio con i miei soldati…”    

(Nicolas –  Jade)

 

Casella di testo:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’imperatore Costantino, in un mosaico

…“Immagino di essere Nerone, mi trovo in una lussuosa reggia, ad un tratto arriva un servo che, ansimando, mi dice: «Signore, i cristiani si stanno triplicando!»… In quel momento esultai perché mi era venuta in mente una pazza, ma efficace idea: «Incendierò Roma e darò la colpa ai Cristiani, e non solo…»

( Enrico)  

…“Sono Costantino e devo mantenere un impero in cui si sta spendendo molto… Dopo le guerre di conquista molte terre sono rimaste incolte. Mi sono convertito al Cristianesimo e ho spostato la capitale dell’impero a Bisanzio, che fu chiamata Costantinopoli…”

(Anna – Miriam)  

…“Sono Costantino, visto che il popolo si stava impoverendo con l’aumento delle tasse, ho formulato delle leggi che lo aiutassero.Adesso dedico tutto il mio tempo a divulgare il Cristianesimo”.

( Jenny)

Casella di testo:

Lo stemma del Comune di Roma: l’antica sigla SPQR in latino significava “Il senato e il popolo di Roma”

...“Sono Alarico, re dei Visigoti. Sono nella tenda intento a progettare un piano per sconfiggere i Romani: questi sono in difficoltà a causa dell’avvento del Cristianesimo.Si parte, le spade e le lance sono state affilate… E’ una battaglia dura, avanziamo nella penisola Italica, dopo aver sconfitto Roma: sento che la morte è vicina e dico di nascondere il mio tesoro in un posto segreto cosicché nessuno potrà trovarlo…Non ho più forze, è solo da pochi giorni che ci siamo fermati, nomino re - vicario un fido generale.Il giorno dopo mi sento sempre peggio e, da lì, non ricordo più nulla…”

(Gianluca – Nicholas – Rigers)

 

Casella di testo:

Attila, re degli Unni

…“Sono Odoacre, re dei germani. Dobbiamo combattere contro gli Unni, capeggiati da Attila.Nonostante abbia un po’ di timore, non lo mostro ai miei uomini, perché un capo non deve mai e poi mai farsi vedere pauroso, ma deve mostrare il suo valore e il coraggio…”

( Giada)

…“Sono Attila, un barbaro mongolo. Con i miei centomila soldati vado contro i Visigoti. Inizia a piovere, le “schegge” lucenti bagnano i visi solenni.Dagli alberi sbucano i nemici, sono più o meno settantamila; senza timore mi lancio in battaglia con i miei prodi; ci rallenta la discesa un muro di frecce…Alla fine vinciamo, abbandoniamo il campo punteggiato di pozze d’acqua miste a sangue e coperto di soldati caduti in battaglia…” Gli Unni di Attila sono stati una delle cause della caduta dell’Impero Romano.

(Umberto)